A tutti voi che per un malaugurato caso siete giunti in questo piccolo antro di demenzialità e vi state chiedendo di cosa tratti: benvenuti, vi stavo aspettando!
Chi sono
Ho una formazione pubblicitaria e studio comunicazione all’università, ma terrorizzata in sogno da bambine sorridenti che distruggono il mondo a forza di asteroidi, scoiattoli che spengono incendi con le puzze e orde di bambini che vanno a farla da Paolo, il tutto accompagnato da una voce insistente che canta “Sono una marionetta ya ya oh!” (se non conoscete queste pubblicità, avete avuto una vita più sana della mia!), ho deciso di mettere le mie capacità a disposizione delle forze del bene!
Forte della mia decisione, ho passato mesi a leggere articoli e a guardare video su come creare blog e fare blogging, ad allenarmi a scrivere testi decenti, a imparare ad usare la tavola grafica per rendere unico l’aspetto del blog e a cercare di imparare le leggi sul copyright per non finire a vivere sotto un ponte a forza di denunce. Ho raccolto fonti e riletto libri, riguardato film, rigiocato a videogiochi, rivivendone gioie e traumi. Infine – tanto per andare sul sicuro – ho anche salito di corsa una lunga rampa di scale e ho esultato in modo scomposto.
Ed eccoci: questo è il risultato.
Triste, eh?
Ok, avete capito che non dovete prendermi troppo sul serio. Andiamo avanti.
Il blog
Innanzitutto, questo non è un blog monotematico: gli argomenti che tratterò sono i più disparati (libri, film, videogiochi e fumetti sono solo alcuni, ma saranno probabilmente gli ambiti su cui mi soffermerò più spesso), perché mi baso sulle mie passioni personali, sperando che queste possano interessare anche ad altri. Alcune delle mie opere preferite sono abbastanza conosciute, altre (immeritatamente) no.
Voglio precisare che non troverete recensioni (quindi niente voti, stelline e quant’altro). Perché? I motivi sono due:
1. De gustibus (perché se lo scrivi in latino fa fico!): I gusti di ciascuno sono in parte razionali e in parte emotivi, quindi se affermo di voler scrivere di ciò che mi piace, per forza di cose escludo opere (anche ottime) che non mi sono piaciute o che, più semplicemente, non mi hanno colpito.
Una persona che di lavoro fa il critico recensisce a prescindere dal proprio gusto personale, e per fare ciò ha acquisito (si spera) gli strumenti adatti.
Posso dire senza alcuna esitazione che io questi strumenti non li ho. Ovvio però che non sono priva di senso critico: il fatto che un’opera mi appassioni non mi impedisce di farle delle critiche obiettive.
2. Che si tratti di un libro, un film o un videogioco, ciò che mi attira di più in un’opera sono alcuni particolari aspetti, il che mi spinge, a volte, a trascurarne altri. Non si può fare una recensione decente se non si tratta in modo completo ed egualitario ogni sfaccettatura.
La filosofia del blog
Senza troppi giri di parole, quello che intendo chiarire da subito è che secondo me le belle storie sono belle a prescindere dal mezzo che viene utilizzato per narrarle.
È vero, ci sono differenze obiettive tra un mezzo e l’altro, e ci sono mezzi più giovani di altri, ma ciò che è certo è che l’uomo si è raccontato storie sin dalle origini del genere umano: storie per spiegare la propria esistenza, per far addormentare i bambini la sera, per preservare la memoria, per far riflettere, per divertire… eccetera eccetera eccetera.
Faccio un esempio: da sempre il libro è considerato il mezzo più adatto per trattare argomenti seri, drammatici, duri. Ma ha forse meno dignità un fumetto che tratti, ad esempio, di un tema forte come la distruzione di Hiroshima (mi riferisco ovviamente a Gen di Hiroshima di Kenji Nakazawa, che è effettivamente sopravvissuto alla bomba atomica)? La qualità di un mezzo non dipende dal mezzo in sé, ma da come viene utilizzato.
I preconcetti, come sempre, sono nocivi.