Ursula K. Le Guin. Gli ultimi doni

Quante volte succede, in Italia, che una saga venga interrotta mentre all’estero sta continuando o si è addirittura conclusa?

Sì, in questo articolo parlerò di nuovo di opere che non sono uscite in Italia… ma questa volta solo per due terzi!!

(momento di tristezza prima di cominciare, eeee…)

Ursula Kroeber Le Guin è stata una delle migliori scrittrici del panorama mondiale. Con una biografia così singolare che potrebbe essere tranquillamente la trama di un romanzo (ma che non riporterò qui, buahah!), ha travalicato i confini del fantasy e della fantascienza scrivendo libri che per profondità non hanno niente da invidiare ad autori ben più noti.

Mi piacerebbe invitarvi a leggere subito TUTTO il suo lavoro (compresi i testi che non hanno a che fare né con il fantasy né con la fantascienza), ma – come ho molto velatamente accennato nel mio sgangherato preambolo – non tutte le sue opere hanno raggiunto il nostro paese. Non mi riferisco solo a racconti brevi (alcuni dei quali, grazie a Mondadori, sono finalmente arrivati da noi nella raccolta Ritrovato e perduto), ma ad una trilogia veramente interessante e atipica: Annals of the Western Shore.

Prima di arrivare al punto, però, occorre forse qualche cenno alla storia editoriale delle opere più conosciute della Le Guin in Italia:

Fantasy

9788804676959_0_0_526_75Il primo libro del Ciclo di Earthsea, Il mago di Earthsea (1968), arriva in Italia grazie alla casa editrice Nord nel 1979. Nel 2007 arriva la raccolta, sempre della Nord, con il nome La leggenda di Earthsea. Nel 2013 la Mondadori opta per il nome La Saga di Terramare. Finora quella che sembra essere la raccolta più completa è l’ultima della Mondadori, edizione con tanto di copertina cartonata (che prenderà l’ultimo posto rimasto nella tua libreria se hai acquistato anche le edizioni in “pelle di drago” o “mosaico” delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco e gli altri pregevoli ma ingombranti tomi ammazzalibrerie della Mondadori su Lovecraft, Poe, Moorcock, eccetera…). Da questa saga sono stati tratti una serie televisiva e persino un film dello Studio Ghibli (I racconti di Terramare), entrambi però non troppo graditi all’autrice (in tutti e due i casi direi a ragione…, mmh, mi è sembrato di sentire affilare dei forconi…).

Fantascienza

9788804689973_0_0_526_75Il primo del Ciclo dell’Ecumene, Il mondo di Rocannon (1966) viene pubblicato in Italia per la prima volta nel 1973 come L’ultimo pianeta al di là delle stelle dalla casa editrice Delta. Di questo ciclo fantascientifico fanno parte i celebri La mano sinistra delle tenebre e I reietti dell’altro pianeta. Dovreste leggerli anche se non vi interessate granché di fantascienza: la sensibilità dell’autrice spinge le sue storie a toccare sempre tematiche molto vicine alle vicende e ai problemi del mondo reale, offrendo punti di vista nuovi proprio grazie all’ambientazione fantascientifica.

I doni e…

Veniamo ora al nocciolo della questione…, il tasto dolente, il nervo scoperto, il dente del giudizio ballerino… insomma, avete capito: nel 2004 esce Gifts, primo libro della trilogia Annals of the Western Shore. In Italia viene pubblicato nel 2006 dalla Nord con il titolo I doni.

E poi?

E poi niente. Mentre all’estero la storia continua (Voices, 2006) e si conclude (Powers, 2007), con tanto di Premio Nebula per il volume conclusivo, in Italia semplicemente non se ne saprà più nulla. Ancora adesso da noi, nel 2020, risulta incompleta.

Ora, sarebbe bene non giudicare un libro dal fatto che abbia vinto o meno dei premi. Ci sono opere vincitrici di premi più o meno famosi che quando le hai tra le mani non ti dicono niente, e altre non premiate che invece meriterebbero davvero più considerazione. Ma se un certo libro ha ricevuto un riconoscimento importante, tendenzialmente qualche qualità dovrà pur avercela, no?

Proprio in questo caso particolare, si potrebbe dire che la Le Guin ha ottenuto tanti di quei riconoscimenti che quando si compra uno dei suoi libri si và sempre sul sicuro. Certo, il gradimento dipende dai gusti personali, ma la qualità è indubbia. Ecco alcuni dei premi più importanti che ha ricevuto nella sua lunga carriera (mi limito alla sezione Miglior Romanzo):

  • La mano sinistra delle tenebre – Premio Nebula (1970), Premio Hugo (1969)
  • I reietti dell’altro pianeta – Premio Nebula (1974), Premio Hugo (1974)
  • L’isola del drago – Premio Nebula (1990)
  • Powers – Premio Nebula (2008)

Ottenere Premi Hugo e Premi Nebula non è esattamente una passeggiata, essendo i più importanti riconoscimenti nell’ambito della letteratura fantasy e di fantascienza.

Adesso che ho fornito un contesto, possiamo entrare più nello specifico e parlare dell’unico libro della trilogia giunto in Italia. Ecco la descrizione:

doni-le-guinMODGli abitanti dei Monti – un territorio aspro e selvaggio – possiedono dei Doni: uno per famiglia, passato ai discendenti per via ereditaria. Doni meravigliosi: la capacità – con un gesto, una parola, un’occhiata – di chiamare gli animali, di accendere il fuoco, di spostare la terra. Doni terribili: la possibilità di spezzare un arto, di ottenebrare la mente, di scatenare una malattia devastante. E gli uomini e le donne dei Monti vivono nel continuo terrore che una famiglia “scateni” il proprio Dono contro le altre, mutilandole, sterminandole o rendendole schiave. Ma, così facendo, non rinunciano forse a ciò che hanno di più prezioso?

Nonostante il sunto intrigante, viene omessa una delle caratteristiche fondamentali di questo romanzo, che giustifica la mia precedente definizione di atipico: la cecità del personaggio principale, resa ancora più incisiva dalla narrazione in prima persona. Sicuramente ci saranno altri libri che danno alla cecità un ruolo di primo piano, ma sono abbastanza sicura che questo sia il primo per quanto riguarda il genere fantasy. E solo una scrittrice esperta come la Le Guin poteva cimentarsi in quest’impresa e avere successo.

Non oso approfondire la trama perché in questo caso uno spoiler sarebbe imperdonabile. Quello che posso dire è che nei I doni ci sono una delicatezza e un’intensità che il contesto familiare del romanzo accentua meravigliosamente.

Devo confessare che sono particolarmente legata a questo libro: non avevo mai letto niente della Le Guin fino a quel momento. L’ho scoperto per caso grazie (un grazie con la g maiuscola, davvero) ad una recensione su internet (non ricordo di quale sito, ma di sicuro era uno di quelli molto conosciuti che trattano di letteratura fantasy) e ne sono rimasta affascinata.

Le storie migliori bisogna andarsele a cercare: il rischio, altrimenti, è di doversi accontentare di ciò che il mercato cerca di propinarci. Il ché, si sa, non è quasi mai sinonimo di qualità.

2 pensieri riguardo “Ursula K. Le Guin. Gli ultimi doni

  1. I racconti di Terramare meriterebbero un adattamento come si deve in formato serie tv (preferibilmente animata). Capisco le remore e i fallimenti del passato, ma in tempi in cui tutto viene trasformato in serie tv, anche le sciocchezze, si potrebbe davvero fare un ottimo lavoro con il materiale a disposizione.

    Il film Ghibli l’avevo guardato anni fa e mi aveva lasciato tiepido. Il recente approdo su Netflix me l’ha fatto riguardare ma non c’è stato niente da fare, deludente e noioso.

    Piace a 1 persona

    1. Mi piacerebbe molto un lavoro degno di questa saga. Temo però che la tendenza attuale sia quella di rincorrere il successo de “Il Trono di Spade” con prodotti in qualche modo simili (“The Witcher”), così da garantirsi l’interesse di quel pubblico in cerca di un ‘successore’.

      "Mi piace"

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...